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Trento, 8 gennaio 2004
«NO ALL’EGEMONIA DI MARGHERITA E DS»
Boato duro con gli alleati: «In questa prima fase della legislatura è mancata la collegialità»
Intervista a Marco Boato di Simone Casalini del Corriere del Trentino dell’8 gennaio 2004

Marco Boato si sfoga alla vigilia del vertice che metterà di fronte l’esecutivo guidato da Dellai e la sua maggioranza ìn consiglio. Il deputato dei Verdi, uno dei tessitori della coalizione dell’Intesa democratica e riformista, alza la voce sulla gestione politica “equilibrata e sbilanciata” di questi primi due mesi di legislatura, sulla “egemonia esercitata dal capogruppo della Margherita Giorgio Casagranda”, “sull’asse pigliatutto Margherita-Ds” e infine “sulla mancanza di collegialità e corresponsabilità all’interno della coalizione”. Un autentico j’accuse che verrà manifestato agli alleati nell’incontro di stasera (dal consigliere Bombarda e dall’assessore Berasi) e in quello che domani riunirà le segreterie politiche dell’Intesa per concordare un percorso comune sulla Regione.

Onorevole Boato, il primo vertice di maggioranza avrà la responsabilità di individuare a grandi linee i primi atti politici di questo governo. È d’accordo?
«È un appuntamento opportuno ma tardivo. Si svolgerà dopo che saranno già state definite le presidenze delle commissioni. E questo è una scorrettezza. Trovo politicamente illogico che tutti gli assetti istituzionali siano stati decisi senza collegialità e corresponsabilità».

Il vertice servirà anche per dotare la coalizione di un metodo condiviso di lavoro.
«Questa prima fase della legislatura ha evidenziato due limiti preoccupanti. Il primo è il metodo. Il capogruppo della Margherita ha operato in modo sbilanciato e squilibrato esercitando un’egemonia all’interno della coalizione. E poi si è verificata questa tentazione di accordi bilaterali fra Margherita e Ds che dovrà essere corretta in futuro. Ci sono scadenze che richiedono un lavoro di squadra. Tutti questi nodi che ora vengono al pettine, li avevo posti in modo garbato più di un mese e mezzo fa inviando al presidente Dellai, ai capigruppo e ai segretari politici della coalizione una lettera in cui chiedevo un confronto. Adesso si arriva a questo vertice senz’altro utile ma tardivo».

Il secondo limite?
«È legato al merito. La nostra bussola deve essere il programma con cui il presidente Dellai ha stravinto le elezioni. È ovvio che non è la Bibbia: nel corso dei cinque anni di legislatura sorgeranno nuovi problemi o priorità che andranno affrontati. Noto con preoccupazione però che stanno affiorando temi mai discussi. La diga di Valda non è in programma e poi si dà pressoché per scontata la realizzazione della Valdastico. Ma ricordo che ci sono una serie di verifiche e studi che devono essere effettuati e che comunque il tutto è vincolato alle politiche infrastrutturali del veneto. Ad un tratto, l’unico problema sembra essere dove farla uscire. Sono allibito e sconcertato. E poi...».

E poi?
«Non dimentichiamo che ci è stata tolta la delega all’ambiente. È una ferita aperta. In quel delicato passaggio politico, abbiamo preferito porre il nostro dissenso con moderazione. Una scelta che ci è costata pesanti accuse dalla sinistra. Abbiamo avanzato un’unica richiesta: la presidenza della terza commissione (ambiente e urbanistica). Ma non se ne farà nulla per la spartizione egemonica fra Margherita e Ds. Questo è un brutto segnale».

Porrete la questione ai vostri alleati?
«Certamente. Lo faremo con il nostro stile mantenendo come priorità l’unità della coalizione. Non faremo, insomma, i guastatori. D’altronde, mi pare che gli atteggiamenti tenuti dal consigliere Bombarda e dall’assessore Berasi sono stati di grande lealtà. La maggioranza deve però recuperare la sua bussola: condivisione e corresponsabilità delle scelte».

 

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